Quad9 lancia l'allarme: le nuove regole UE rischiano di indebolire la sicurezza online

Quad9 lancia l’allarme: le nuove regole UE rischiano di indebolire la sicurezza online

Il servizio DNS pubblico Quad9 scrive alle istituzioni europee: imporre blocchi a livello di resolver potrebbe aprire la porta a più truffe e attacchi informatici.

Simon Forster, General Manager di Quad9, ha inviato una lettera aperta al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea per esprimere forte preoccupazione su alcune proposte normative in discussione. Il nodo della questione? L’idea di obbligare i resolver DNS come Quad9, ovvero quei servizi che “traducono” gli indirizzi web in numeri IP, a intervenire attivamente nel blocco di contenuti.

Quad9, per chi non lo conoscesse, è una fondazione no-profit svizzera che offre un servizio DNS gratuito con protezioni di sicurezza integrate, utilizzato da oltre cento milioni di persone nel mondo. La sua funzione principale non è distribuire contenuti, ma impedire che gli utenti finiscano su siti malevoli noti: phishing, malware, truffe di vario genere.

Blocchi DNS e sicurezza: due cose diverse

Il punto centrale della lettera è proprio questo: esiste una differenza sostanziale tra chi distribuisce contenuti online e chi invece fornisce un’infrastruttura di sicurezza. Trattare i resolver DNS come se fossero piattaforme di hosting, imponendo loro obblighi di blocco legati alla pirateria o ad altri contenuti, significherebbe, secondo Quad9, compromettere proprio quella funzione protettiva che oggi argina miliardi di tentativi di attacco.

I numeri citati parlano da soli: in Germania, in un anno, le perdite stimate per truffe online hanno superato i 10 miliardi di euro. Nello stesso periodo Quad9 dichiara di aver bloccato miliardi di connessioni verso infrastrutture malevoli in tutta Europa.

La richiesta alle istituzioni

La fondazione chiede che le future normative rispettino il principio di neutralità tecnica, evitando di imporre ai resolver DNS obblighi che ne alterino il funzionamento. In particolare, Quad9 invita a riconoscere che i provider no-profit che operano su infrastrutture di sicurezza non hanno lo stesso ruolo, né le stesse risorse, delle grandi piattaforme digitali.

La preoccupazione, insomma, è che misure pensate per contrastare la pirateria finiscano per indebolire proprio quelle difese che proteggono cittadini e aziende dalle minacce più concrete: phishing, furti di credenziali e frodi digitali.


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